Influencer Marketing: sempre più centrale nel 2018

Il 2017 è stato l’anno dell’influencer marketing: una strategia di comunicazione focalizzata su profili di persone che sono particolarmente apprezzate, seguite e ascoltate in un determinato settore, per l’appunto i così detti influencer. Il 2018 si prospetta come l’anno in cui questa strategia di marketing risulterà ancora più centrale.

Olapic ha condotto a questo proposito uno studio su un campione di 4000 consumatori, sia uomini che donne, di un’età compresa tra i 14 e i 61 anni, attivi in Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania. È emerso che il 31% dei consumatori acquista un prodotto o servizio del quale ha sentito parlare, o di cui ha visto alcuni post, nel profilo social di un influencer.

L’origine di questa fiducia quasi incondizionata nei confronti di personaggi “famosi” rientra nelle nuove dinamiche, anche sociali, dei millenials.

trust in influencerfonte: indagine Olapic

Influencer Marketing: le tendenze di quest’anno

Quali saranno quindi le tendenze che domineranno il marketing degli influencer nel 2018?

  • assisteremo ad un vero e proprio video boom. La tendenza, ampiamente anticipata dalle Instagram e Facebook stories, sta diventando un must have. I video infatti non solo aumentano la percentuale di conversionemassimizzando il ROI (Return on investment), ma creano fiducia nell’utente.
  • Instagram continuerà ad essere il principale social attraverso il quale la maggior parte dei marketing influencer guadagneranno quest’anno. Rispetto al passato, il 2018 imporrà una maggior chiarezza per l’utente circa le partnership instaurate tra collaboratore e brand. Proprio per instaurare un rapporto di maggior fiducia con il proprio follower, sarà fondamentale ridurre il numero di spam che diminuiscono la qualità del contenuto.
  • Non solo Instagram, ma anche Facebook e Pinterest: proprio perché molti brand non sono presenti in questi social, alcuni marchi potrebbero prendere in considerazione la possibilità di investirci, precedendo i competitor. Inoltre, anche grazie alle novità di LinkedIn previste per quest’anno, molte aziende potrebbero decidere di puntare sul social network del lavoro.
  • per i brand quindi sarà una necessità diventare visibili attraverso una strategia di influencer marketing. Soprattutto i marchi del settore beauty e fashion, dovranno mettere a budget – qualora non lo avessero fatto nel 2017 – la collaborazione duratura con profili che si adattino alla propria mission e soprattutto vision.
  • Social media marketing tools: le agenzie, per fronteggiare il fenomeno dilagante dei micro-influencer, dovranno in primo luogo aumentare il proprio parterre di collaboratori: del resto diventare un marketing influencer  è diventata un’aspirazione professionale.

Inoltre misureranno in maniera sempre più precisa e dettagliata le performance delle proprie influencer grazie ai social media marketing tools e agli hashtag. Inoltre, con Google Analytics si potrà tenere d’occhio il traffico che arriverà dai social network.

Un primo esempio è stato fornito da Special K che, per motivare i propri consumatori a rimettersi in forma dopo le festività, ha lanciato grazie ad una fitta rete di influencer l’hashtag #FuelYourResolution. In questo modo hanno potuto tracciare in maniera concreta quanto le influencer hanno ispirato i propri follower e, successivamente, comparare i dati con le KPI che si erano prefissati.

Micro-Influencer 

Secondo Forbes, un account con 1 milione di follower può guadagnare fino a 50 000 dollari per un singolo post sponsorizzato, a seconda del suo coinvolgimento.

Gli esperti del settore hanno anche sottolineato come il profilo di un influencer, una volta superata una certa soglia di follower, diventi quasi un’autorità del settore e quindi, affidabile agli occhi del consumatore. La crescita tuttavia non è esponenziale: infatti una volta superata la soglia del 100.000 follower, l’interesse da parte dell’utente diminuisce in maniera consistente. L’user medio non desidera confrontarsi con una celebrità le cui ambizioni e necessità sono percepite come lontane e poco veritiere.

Spazio quindi al micro influencer la cui forza risiede nell’essere il consumatore della porta accanto e che, per questo, si può confrontare in maniera diretta e genuina.

Infatti la possibilità di generare una maggior quantità (e qualità) di interazioni da parte di un pubblico più targettizzato – e a fronte di un investimento minore – rende i profili con 30.000 follower particolarmente appetibili per gli esperti di digital marketing, facendo dei micro-influencer una tendenza emergente dell’anno.

Un’audience più limitato, ma più settorializzato, e lo stretto rapporto con il pubblico sono infatti fondamentali per orientare gli acquisti e influenzare i consumi.

Il fatto che un influencer abbia centinaia di migliaia (o milioni) di follower non significa che una campagna specifica sarà più efficace rispetto a quella condotta da un marketer o da un brand con un influencer con meno follower. Grazie a conoscenze più specifiche dei loro settori di riferimento, i micro-influencer sono infatti in grado di proporsi ai propri follower come fonti fidate di consigli e raccomandazioni.

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