Cosa svela il report mobilità di Google

Cosa è il Mobility Report?

Avete presente quando usate le mappe Google da Smartphone per andare al ristorante o fare la spesa? Ebbene usando lo stesso tipo di dati aggregati per mostrare i tempi per andare dal punto X al punto Y, Google ha preparato il primo mobility report, ovvero una mappa della mobilità mondiale per aiutare a capire se la gente sta a casa o meno (#stateacasa).

Google Travel
Svelandoci se effettivamente le persone restano a casa, differenziando i movimenti per tipologia di luoghi (ristoranti, caffè, centri commerciali, parchi, luoghi di lavoro, residenziali, etc). L’accuratezza della posizione e la comprensione dei luoghi varia da regione a regione, tuttavia nei paesi occidentali il dato è in genere preciso.
Il primo rapporto sulla mobilità ha preso come livello base i valore mediani delle ultime 5 settimane dal 3 gennaio al 6 febbraio 2020 (che fissa la media dei movimenti per area geografica e tipo di luogo) paragonandolo ai dati delle ultime 48-72 ore prima del 29.3.2020.
I dati sono inclusi nel calcolo dipendono dalle impostazioni dell’utente, dalla connettività e se soddisfa le regole di privacy sancite nei termini di servizio Google. Se volete aiutare Big G attivate la funzionalità Location History sull’account Google, il tracciamento avviene anche se non usi Google Maps.
Le persone che hanno attivato la cronologia delle posizioni possono scegliere di spegnerle in qualsiasi momento dal proprio account Google, come è possibile controllare e cancellare questi tracciamenti sulla sezione My Activity Google. Le informazioni Non sono riconducibili alla singola persona, essendo una sommatoria di dati anonimi e aggregati da utenti.

Stiamo Andando al Lavoro? 

mobility report

Guardando l’immagine sopra sul verticale “Luoghi di lavoro” (Workplaces – ITA parte sinistra immagine) salta fuori che in Italia c’è stato un abbassamento del 63% di frequenza in luoghi di lavoro (rispetto alla media del periodo 3 gennaio- 6 febbraio) contro il solo 38% degli USA. Quindi questa volta gli Italiani hanno rigato dritto e si sono dati ove possibile allo smart working.
Allo stesso modo guardando al verticale “Stazioni e Aeroporti” (Transit Stations) emerge che nel Belpaese c’è stato un abbassamento del 87% di frequenza nei luoghi di trasporto pubblico, contro il “solo” 51% degli USA. Quindi quei pochi che sono andati al lavoro in Italia hanno preso l’auto, mentre nelle grandi aree urbane in USA (penso sopratutto a Ney York e New Jersey) la diminuzione è stata più contenuta.

Proiezioni Covid Pasqua 2020 in USA

Ecco i link per saperne di più sui report mobilità di Italia e USA. In genere Google come motore di ricerca ci becca: se come sembra in USA la gente è andata “abbastanza in giro” negli ultimi giorni di Marzo 2020 e ciò avesse favorito il contagio, prepariamoci ad una settimana molto dura per gli USA in termini di nuovi contagi Coronavirus. Speriamo che almeno questa volta i big data di Big G abbiano preso un granchio.

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