La razza nell’algoritmo di Google e Linkedin?

Dopo le mosse di altri big della tecnologia, anche Google aumenta le azioni contro il razzismo anche nei suoi algoritmi SEO di ricerca: infatti a partire da fine luglio 2020 sulle mappe locali di Google potrai trovare l’indicazione “Black owned store” nel caso in cui il proprietario di un negozio fisico è una persona di colore.

black owned activity

Il movimento Black Lives Matter

A seguito di una serie di violenze sulle persone di colore in USA, nel 2017 è nato il movimento “Black Lives Matter”; si tratta di un’organizzazione che invita all’azione in risposta alla violenza dello stato americano. La missione del movimento è “collegare i neri di tutto il mondo che hanno un comune desiderio di giustizia di agire insieme nelle loro comunità”. La morte di George Floyd nell’estate 2020, l’attacco ai monumenti USA legati alla guerra di indipendenza ed al colonialismo e le proteste di piazza hanno spinto diverse aziende a riconsiderare il loro marketing mix in USA con casi estremi di aziende che stanno cambiando il logo come Uncle Ben

Algoritmi di ricerca e diversità razziale su Google

Gli assistenti vocali Amazon Alexa, Apple Siri e Google Assistant sono stati aggiornati per esprimere il supporto contro il razzismo verso gli afroamericani. Se chiedi in inglese a Google Assistant “Le vite delle persone di colore contano?” ora dice: “Le vite delle persone di colore contano e meritano le stesse libertà concesse a tutti in USA. Riconoscere l’ingiustizia che affrontano è il primo passo verso la sua riparazione”.

Un altro passo verso la sensibilizzazione su queste tematiche è stato preso il 30 luglio 2020: Google ha integrato un nuovo attributo ai negozi presenti in G Maps che indica la razza del proprietario del negozio (l’indicazione in inglese è “Black owned store” per ora ho notato questa fuzionalità solo in USA ma mi aspetto un’estensione a breve anche in UK e Canada). Di fatto l’aggiunta di questo attributo legato all’etnia / colore della pelle (Darwin sostiene che le razze non esistono, ma Google usa la parole razza nelle comunicazioni relative a questo tema) diventa uno dei fattori di ranking locale dell’algoritmo di Google. Per chi volesse aggiungere questo tag al suo negozio vi invito a visitare questo link di My business e farmi sapere se funziona anche fuori USA.

black-owned-store

Algoritmi Social e colore della pelle su Linkedin

Anche nello stream di LinkedIn ho notato  la comparsa di un blocco di suggerimenti di connessione chiamato “Voci Nere da Seguire e Supportare” ( questa è la traduzione  di “black voices to support” fatta da Microsoft che ritengo vada sistemata urgentemente);  anche questo è di fatto un cambio algoritmico LinkedIn che usando l’intelligenza artificiale, in primis identifica il colore della pelle della foto del profilo di LinkedIn e in base a ciò modifica la visibilità algoritmica in stream dando maggiore rilevanza ai profili delle persone di colore. 

linkedin black lives

Domande aperte

In sintesi ecco la novità: la razza delle persone entra ufficialmente negli algoritmi di Google e Linkedin sia in USA (dove la tematica è sentita) che negli altri paesi del mondo. La questione legata alla diversità razziale è tuttavia differente nei vari paesi.  Il tema è molto delicato ( ed ha scatenato centinaia di commenti sul mio post su Linkedin); senza entrare sulle valutazioni etico morali ci sono alcune domande che nascono da questi cambiamenti tecnologici “race based”:

  • E’ giusto che un algoritmo tecnologico discrimini i risultati di ricerca / di visibilità in stream in base a fattori legati alla razza o etnia?
  • In altri paesi del mondo non USA, dove le tematiche di razzismo sono diverse, come dovrebbe comportarsi l’algoritmo di Google su questi tag?
  • Quali tematiche legate al razzismo / diversità di etnia devono entrare negli algoritmi e quali no? Chi decide e su quali basi?
  • Che effetto avranno questi cambi tecnologici sulle persone che usano Social e Motori di ricerca tutto il giorno?
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