Web Tax: perché danneggia il Made in Italy e frena il digital nel Belpaese

La web tax  (o Google tax)  conferma che la politica italiana capisce poco di economia digitale:  l’emendamento approvato dalla Camera (già bollato come  illegale per le norme della concorrenza europea da Forbes) danneggerà concretamente le aziende italiane del made in italy che devono promuoversi all’estero con la pubblicità online. Mentre tutti gli stati europei fanno a gara per attirare gli posti di lavoro ed investimenti delle aziende digitali (Amazon in Lussemburgo, Google in Irlanda, Ebay in Svizzera, etc), la politica italiana guarda sempre dallo specchietto retrovisore e chiede a tutte le aziende digitali del mondo di “aprire una partita iva” se vogliono operare in Italia. Vediamo nel concreto cosa dice la proposta e quali sono le sue conseguenze pratiche per il business.

specchietto-vista dietro

L’emendamento a firma Fanucci ( Partito Democratico) pubblicato dal Sole 24 ore dice:  “i soggetti passivi che intendano acquistare servizi di pubblicità ‘on line’, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana”. In parole semplici la prima parte della web tax prevede di obbligare l’acquisto dei servizi di pubblicità e di e-commerce solo da operatori che pagano le tasse in Italia, quindi da editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca di titolari di partita IVA italiana. La seconda imposizione è l’obbligo da parte di un qualsiasi media digitale di poter vendere i servizi in Italia solo a patto di aprire una partita IVA italiana e quindi di pagare l’Iva all’erario italiano.  Non entro nel merito degli aspetti di fiscalità legata ai grandi colossi del digitale (anche se da sempre le tasse si pagano dove il servizio / bene è prodotto), tuttavia questa web tax nella pratica danneggia la capacità di promuoversi delle aziende in Italiane in quanto sono prevedibili 2 effetti:

Effetto 1: L’azienda italiana Non può più promuovermi nel mondo acquistando in diretta

Di fatto, la follia della web tax genera un nuovo handicap per le aziende italiane che non possono promuoversi su mercati esteri usando i media digitali forti localmente che non hanno partita Iva in Italia. Quindi appena passa la web tax, l’azienda italica non può più fare  direttamente (quindi senza commissioni di agenzia) pubblicità online su Yandex (primo motore di ricerca in Russia, Ucraina e Kazakistan) per vendere il made in Italy in Russia,  in quanto Yandex non ha la partita Iva. Al contrario i nostri cugini francesi possono promuoversi online al migliore prezzo possibile, sottraendoci quote di mercato ed aumentando l’incentivo delle aziende a delocalizzare dall’Italia ed andare in un posto dove sia possibile fare un piano marketing senza dovere prima chiedere il permesso al commercialista o allo stato padrone.

Effetto 2: Aumento dei costi e commissioni di Agenzia sugli spazi pubblicitari esteri

Se per comprare gli spazi pubblicitari su una piattaforma pubblicitaria online devo passare da una concessionaria italiana, è chiaro che questa organizzazione applicherà delle commissioni aggiuntive, determinando in ultimo un costo degli spazi pubblicitari più alto per le povere aziende italiche rispetto a quelle tedesche o francesi.  Insomma un’altra grande trovata per abbattere la competitività delle aziende italiche che hanno capito che il web funziona meglio della carta stampata e della TV. Senza considerare gli sbattimenti aggiuntivi delle aziende lato commercialista (che novità!).

Il governo Italiano dovrebbe sedersi ad un tavolo con Google, Apple & C e e trovare un modo per fare pagare il giusto, come hanno fatto nel Regno Unito e in altri paesi europei. Come indicato anche dal blog di Leoni, la Web tax invece dichiara guerra a tutte le aziende digital che puntano al mercato Italiano. Il mondo va avanti anche senza l’Italia, l’Italia non va da nessuna parte senza la capacità di vendere ed esportare nel mondo. Perché il governo Italiano non si domanda il motivo per cui Google ha la centrale europea (e crea lavoro) in Irlanda  ( che è uscita dalla crisi) invece che in Italia?  Cari Letta & Renzi invece dell’autarchica Web Tax, perchè non trovate il modo di rendere attrattivo l’investimento estero in Italia, cosi forse un giorno le grandi aziende (non solo del web) metteranno la loro sede nella bella Firenze o all’ombra della villa di Clooney sul lago di Como?

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