#4 Sorprendenti Verità che mi ha insegnato “The Invisible Gorilla”

Ogni giorno le intuizioni che ci creiamo nella nostra mente ci illudono e ci portano a prender fischi per fiaschi.
Questo è quanto dimostrato scientificamente dal libro “The Invisible Gorilla” scritto da 2 ricercatori/professori americani di psicologia, Daniel Simons e Chris Chabris. Ho conosciuto e deciso di leggere il libro dopo aver visto il loro video test sull’attenzione selettiva (che consiglio di provare, lo trovate a fine post) e devo dire che si tratta di un libro valido che ha modificato il modo con cui percepisco la realtà.

The Invisible Gorilla

Ecco 4 cose che voglio ricordare di The Invisible Gorilla:

A) L’attenzione è un gioco a Somma Zero

In un’epoca di multi-dispositivi digitali che ci permettono di interagire socialmente 24/24 su 7/7, la nostra limitata capacità di attenzione viene sempre più distribuita fra diversi oggetti di attrazione. Ciò ha un impatto negativo sulla qualità della nostra concentrazione ed il libro mostra evidenze a supporto della tesi che la nostra attenzione resta un gioco a somma zero: se diamo più attenzione a qualcosa, automaticamente sottraiamo attenzione ad altro, fino al punto di non vedere gli altri stimoli. Una prova di questo è data da quanto accaduto in UK, dove numerosi autisti, seguendo “ciecamente” le istruzioni del GPS e senza dare la dovuta attenzione a ciò che vedevano sulla strada, sono finiti nel fiume senza accorgersene.

B) Illusione della memoria: il ricordo è sempre soggettivo

L’illusione della Memoria è la differenza tra quanto oggettivamente è preciso il nostro ricordo di un evento e quanto è la nostra percezione soggettiva di quanto sia preciso il mio ricordo. Ogni evento che ci passa davanti viene filtrato e rielaborato da una percezione soggettiva che lo modifica in modo più o meno radicale; al contrario di come talvolta crediamo, la memoria non  funziona quindi come una foto-video camera e spesso le persone credono di ricordare in modo oggettivo un evento quando in realtà la loro percezione soggettiva ha alterato radicalmente l’accuratezza del ricordo. Provate a ricordare e scrivere adesso con chi eravate e cosa stavate facendo quella sera d’estate del 9 luglio 2006 in cui l’Italia ha vinto il campionato mondiale di calcio contro la Francia; rifate l’esercizio fra 4 settimane. Paragonate i due ricordi e probabilmente noterete importanti differenze importanti.

C) L’illusione della conoscenza ci frega

L’illusione della conoscenza è l’illusione di pensare di capire e poter spiegare in profondità cose che conosciamo superficialmente su cui in realtà sappiamo poco; questo ci porta a prendere decisioni basate su percezioni soggettive e presupposti oggettivamente non veritieri, come mostrano i test di Rozenblit. Ogni bolla speculativa (azionaria o immobiliare) a cui ho assistito è stata anticipata da un’illusione di conoscere il mercato da parte di persone non esperte nel settore. Ricordo la nascita della Net Economy a fine anni 90, quando molta gente si mise ad investire nei titoli azionari tecnologici della borsa italiana: una sera mentre aspettavo la pizza d’asporto, il pizzaiolo, che in genere mi parlava solo di calcio, ad un certo punto mi disse “mi sono abbonato a Milano Finanza da 2 mesi e ho guadagnato il 50% con le azioni E-Biscom; domani vado a comprare le azioni Tiscali, quelle raddoppiano entro un mese“. Il pizzaiolo da esperto di calcio, si era trasformato in un trader grazie all’illusione di conoscenza. La proliferazione delle informazioni ci illude facendoci pensare di capire molto bene l’andamento dei mercati borsistici al pari di Trader. Gli unici modi per testare la profondità della propria conoscenza in una materia è essere capaci di spiegarla ad un bambino, scriverci un libro e provare ad insegnarla ad altri.

D) L’attenzione è Selettiva: spesso vediamo SOLO quello che vogliamo vedere

Di fronte ad uno stimolo, la nostra attenzione è selettiva. Non ci credete? Fate questo test e poi ne parliamo….

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